29/1/2022 PAOLA: I "DISSIDENTI" CHIEDANO E APPROVINO LA MOZIONE DI SFIDUCIA E METTANO FINE A STO TEATRINORead NowCare amiche ed amici lettori, quello a cui stiamo assistendo ormai da oltre 3 mesi è uno spettacolo a dir poco imbarazzante, lo stallo assoluto e l’occupazione, seppur legittima, del consiglio comunale.
Un Sindaco messo con le spalle al muro dalla sua stessa maggioranza che però non si dimette, maggiormente suddivisa al suo interno con le diverse correnti dei dissidenti, con Politano e Mirafiori che restano alla finestra, con Surace che si muove in simbiosi con il PD, ma nessuno, e di questo gli va dato atto, è uscito allo scoperto come il PD, che dal 5 di ottobre ha mantenuto sempre la stessa linea, salvo poi non dimettersi, e distendersi al sole sulle rive del fiume attendendo migliori eventi. In buona sostanza, dalla ormai ex maggioranza attendono tutti le dimissioni del Sindaco che mai arriveranno, specie a 4 mesi dal voto, e nessuno della maggioranza fa il passo più importante, NESSUNO lo costringe a rassegnare le proprie dimissioni, perché se è vero che il Sindaco se vuole può restare dov'è, in epoche passate abbiamo assistito alle mozioni di sfiducia che hanno costretto i vari sindaci a dimettersi. Un’operazione corale della maggioranza che, ammettendo i propri limiti in consiglio comunale giunga alla fine dei giochi, si perché calendarizzare una votazione della mozione di sfiducia porterebbe in consiglio le ragioni della crisi, che i vari protagonisti dovrebbero spiegare alla città. Ciò richiede spessore politico, coraggio e determinazione nel perseguire un’idea e di interrompere l’esperienza di “governo” se quell’idea non c’è più o non è più condivisa. Il problema sembra non risiedere nelle idee, seppur variegate nella maggioranza, ma i personalismi che il Sindaco non ha saputo gestire e che oggi lo hanno sovrastato, isolato e messo alla berlina. Quindi nulla di ideologico, ma solo questioni personali alla base di una crisi, che di fatto è iniziata il giorno dopo dell’elezione a Sindaco di Perrotta e che si è consumata lentamente nel tempo, perdendo i vari pezzi della propria maggioranza, i vari pezzi che avevano composto o supportato in modo esterno le liste. Situazione che ne ha causato l’isolamento politico, non solo del Sindaco e dell’ex Presidente del consiglio ma di tutta la maggioranza. Poiché se è vero che ad oggi il Sindaco può contare sui voti in consiglio comunale dei vari Serranò (eletta nel centro destra), D’Andrea, Aloia e Ollio, difficilmente, visto il decadimento politico potrà contare sui medesimi o su altri in vista di una possibile ricandidatura. La colpa è del Sindaco, ma non solo, poiché qualcun'altro si è messo a cannoneggiare la propria maggioranza, a tenerla in ostaggio dal giorno successivo alle elezioni, ha portato al lento sfaldamento della coalizione, poiché il Sindaco, nelle azioni di gestione politica ha dovuto dare man forte a chi deteneva un terzo dei propri consiglieri, tentando (oggi) invano di tenere buoni tutti gli altri. Cosa sarebbe opportuno fare? Calendarizzare una mozione di sfiducia da parte del PD primo (e unico) dissidente ufficiale della maggioranza, questa iniziativa potrebbe vedere partecipanti anche i pezzi della minoranza che vogliono le dimissioni del Sindaco e della maggioranza, ma con la modalità pubblica e non nelle segrete stanze notarili. Coerenza vuole che se si cambia idea rispetto alla maggioranza nel quale si stava si portino in consiglio le proprie dimissioni e non si chieda quelle degli altri al quale unirsi a tavola apparecchiata, come si è tentato di fare nelle scorse settimane di cui una parte della minoranza si era fatta promotrice dell'idea delle dimissioni notarili dei consiglieri. Un consiglio comunale con l’ordine del giorno fissato nel seguente modo “mozione di sfiducia del sindaco” naturalmente primi firmatari tutti i pezzi della maggioranza “dissidente” se realmente lo è, al quale sono sicuro si aggiungerebbe compatta tutta la minoranza. Ciò significherebbe spiegare alla città le ragioni per cui da oltre 2 anni quest’amministrazione si è impantanata, se mai qualcosa di buono aveva fatto. Inoltre consentirebbe ai protagonisti della crisi di spiegare alla città cosa non ha funzionato in quel progetto di coalizione così ben presentato nel maggio del 2017. Già, ma poi come si presenterebbero a voi tra qualche mese per la nuova campagna elettorale? Le liti a cui state assistendo non sono per “facciamo questo per Paola come da programma elettorale del 2017 o facciamo quest’altro”, le liti sono “IO dovevo andare alla Regione e tu mi hai tradito”, dall’altra parte sono “Io ti ho mandato alla Regione la prima volta ma tu non hai rispettato i patti” per cui si parla di poltrone, in cui il bene della città non centra assolutamente niente, ecco perché nessuno dell'ex maggioranza vuole l’approvazione della mozione sfiducia in consiglio comunale, perché sono queste le ragioni del tentativo di golpe di parte della maggioranza. In sintesi il Sindaco resta li buono buono, e i tanto decantati dissidenti della maggioranza anche addirittura additando la minoranza come responsabile dello stato di cose per non aver appoggiato le dimissioni notarili. Eh no era troppo facile, non volevano uscire dalla porta principale con la votazione della sfiducia, ma volevano scappare dalla finestra sul retro senza prendersi alcuna responsabilità. Troppo facile, troppo comodo. Sveglia gente, la campagna elettorale è alle porte, dobbiamo cambiare le sorti di Paola, sarà un compito arduo, perché non conosciamo la mole di macerie che questa maggioranza lascerà, ma abbiamo il dovere morale di essere della partita, per noi e per il futuro di questa martoriata città. Per P.C.I. Gianluca Sarpa
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