Care amiche ed amici lettori dopo le parole di acqua spese dal sindaco sulla vicenda della statua dedicata a Luigi Gravina, che ricordiamo essere vittima innocente della n'drangheta, emergono alcuni particolari non detti dal primo cittadino.
La vicenda è balzata agli onori della cronaca (clicca qui) dopo le esternazioni proprio della vedova Gravina, in quanto sembrava fosse destinata ad un trasloco verso non si sa bene quale altra parte della città, la stele posta in memoria del compianto marito, che attualmente risiede in una piazzola di sosta in Via Nazionale. Al clamore mediatico e al turbamento della città sui social, sono seguite parole "all'acqua" per placare la vicenda e concluderla con un "la statua non si muove e mai nessuno ha pensato di muoverla". Pino Falbo si è occupato della vicenda, ed ha scoperto che il terreno ove risiede la statua sia un terreno messo a disposizione da un privato tramite apposito contratto con l'amministrazione, la quale non ha mai rispettato quel contratto. Successivamente, è proprio il privato, proprietario del terreno, a rilasciare un'intervista ad un quotidiano locale ove ha raccontato, quella che crediamo sia "tutta la verità, nient'altro che la verità" poiché ha depositato alla giornalista che lo ha intervistato la documentazione contenente la famosa delibera ed il contratto che l'amministrazione ha siglato. Il proprietario risulta essere mezzo parente del Sindaco e a questo punto potremmo ritenerlo anche un ex sostenitore del primo cittadino, il quale ha dichiarato che in fase di campagna elettorale (2017) proprio l'allora futuro primo cittadino si era impegnato alla rimozione della stele, fatto immediatamente messo nero su bianco al punto 4 del contratto di comodato d'uso sottoscritto dal Comune di Paola ed il privato. Dunque nulla di improvvisato, la chiamata del responsabile del UTC alla vedova di Luigi Gravina era autentica, vi erano gli atti presupposti per procedere al trasferimento, e dice Falbo "non si trattava quindi di un'iniziativa esclusiva del dipendente comunale come ha lasciato intendere il Sindaco, ma si trattava di un'iniziativa condivisa tra uffici e amministrazione". Allora ci si chiede perché il Sindaco che è intervenuto pubblicamente anche attraverso i social non ha fatto ammenda dei propri "peccati" e piuttosto ha risolto la vicenda con frasi tranquillizzanti e di elogio mentre la realtà è tutt'altra? Oltremodo non si capisce perché la statua situata con cerimonia pubblica nel lontano 2004 proprio dall'attuale primo cittadino, sia stato oggetto di "contrattazione" solo nello scorso 2017. Cosa è mutato nel frattempo? I rapporti tra il proprietario e il Sindaco? Il problema è stato creato e sembra che sia stato un preciso modus operandi, perché vedete, per quanto certe iniziative possano essere e debbano essere messe in campo a qualunque costo, certo queste iniziative devono seguire delle regole ben precise, proprio al fine di evitare questi spiacevoli inconvenienti. Falbo non risparmia neanche il consigliere Di Natale, che contrariamente a quanto "pubblicamente si mostra, sempre in prima linea a suscitare l'opinione pubblica e a schierarsi dalla parte dei buoni, talvolta dimentica il proprio ruolo, ovvero quello di maggioranza, poiché nella delibera di giunta adottata nel 2017, l'accordo con il privato è stato siglato alla presenza del suo assessore Francesco Città suo ex assessore e attuale "portaborse", quindi la faccia la persona seria e taccia una volta per tutte che di ciarlatani la politica paolana ne è piena" conclude Falbo. Di tutta questa BRUTTA VICENDA, la cosa certa è che la memoria di una persona caduta per mano della n'drangheta, non merita questo trattamento, al contrario merita una seria e rapida conclusione per non procurare altro dolore a chi ne ha già dovuto sopportare tanto e con cui ha imparato a conviverci, non deve essere certo l'azione amministrativa a ravanare biecamente nelle vecchie ferite che ancora sanguinano nella memoria dei cari del compianto Luigi Gravina, se deve essere trasferita, perché a causa di un errore evidente non può più permanere in quel luogo, sia traferita al più presto, venga chiesto scusa pubblicamente ai parenti di Luigi Gravina e venga conclusa la vicenda nel più breve tempo possibile. Da cittadino paolano senza ruoli istituzionali, mi sento di dover chiedere scusa alla famiglia per questo inconveniente ed il dolore che necessariamente ha arrecato. Per P.C.I. Gianluca Sarpa
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p.C.I.è nato tutto dal desiderio di informazione libera che, nel nostro comune manca da anni, la strumentalizzazione politica dell'informazione ha portato a conseguenze inimmaginabili, ora vogliamo mettere tutti i giorni, atto dopo atto, sotto la lente d'ingrandimento l'operato dell'esecutivo, perché reputiamo che un cittadino informato sia un cittadino consapevole e chi è consapevole non può commettere errori, se non quelli in buona fede. Archivi
Aprile 2024
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