Care amiche ed amici lettori, torniamo ad occuparci dell'ultimo consiglio regionale avvenuto pochi giorni fa, perché in seguito ad un post al veleno del deputato 5 stelle Melicchio si è scoperchiato un vaso di pandora. La cortina di fumo sollevata dalle opposizioni, probabilmente in accordo con la maggioranza, su ipotetici costi di una commissione regionale sono stati un becero tentativo di distrarre l'opinione pubblica dal tema centrale, una questione sempre cara ai consiglieri regionali di tutta Italia, la questione dei vitalizi. In piena emergenza nazionale, non è stato possibile occuparsi della questione spinosa dei vitalizi e allora presto fatto, in un consiglio regionale in cui si prevedeva l'istituzione di una nuova commissione agricoltura, sport e turismo, si è inserito, con una leggina di 3 articoli anche il vitalizio per i consiglieri regionali che cessassero anzitempo l'ufficio di consigliere regionale, una leggina di 3 articoli 3 articoli e 15 righi totali, per assegnarsi un privilegio. Addirittura la votazione ha visto partecipi tutti i consiglieri ALL'UNANIMITA' ovvero nessuno si è tirato indietro per dignità al colpo alle spalle che stavano dando ai cittadini calabresi. Così mentre un consigliere regionale di "opposizione" o chi per lui, si affannava a postare un post come quello che vedete qui in basso, senza minimamente accennare (e ci mancherebbe altro) alla questione vitalizi, il leader del movimento io resto in calabria, proprio Pippo Callipo, come altri della sinistra "opponente" come Giuseppe Aieta, erano tra i proponenti della modifica alla legge regionale sui vitalizi. E pensare che lo stesso Callipo aveva esordito bene dicendo che il suo stipendio da Consigliere (9 mila euro circa) di Marzo e Aprile non lo voleva e che lo voleva destinare alla lotta covid-19, sembrava essere diverso l'imprenditore che detta tra noi non avrebbe alcun bisogno del vitalizio e che proprio per tale ragione avrebbe potuto opporsi a questa porcheria, non solo ha aderito, ma l'ha anche proposta. La modifica alla legge regionale è una delle mille contraddizioni della politica regionale, perché la legge che si è andata a modificare, parte dei consiglieri, tipo Aieta, erano già presenti in consiglio quando votarono la porcheria originale, ovvero la legge che consentiva ai consiglieri regionali a fine mandato di poter riscuotere il "premio finale". La stessa legge però ostacolava i consiglieri regionali cessati anzitempo (prima della fine della legislatura) di poter accedere al vitalizio. E allora? Le porcherie non si lasciano a metà, allora hanno deciso di completarla e l'altro giorno, con due semplicissime righe, hanno riabilitato i vitalizi anche per chi dura poco in consiglio regionale. Mi spiego meglio, prima della legge regionale uscita nei giorni scorsi dal consiglio regionale, non era consentito ai deputati regionali di poter avere accesso al vitalizio se cessavano prima della fine della legislatura il loro ufficio di consigliere regionale, da oggi potranno pagandosi i contributi. ESEMPIO: Poniamo il caso che il consigliere X eletto all'elezione il 26 gennaio 2020, per decisioni più o meno personali decida di dimettersi a luglio 2020, dopo solo 5 mesi di legislatura, grazie a questa legge, potrà continuare a versarsi i contributi e a fine mandato (2025) avrà automaticamente diritto all'assegno VITALIZIO per tutta la vita, avendo fatto il consigliere regionale per poco più di 5 mesi. Questo è il risultato dell' "alta" attività normativa del consiglio regionale, in un momento in cui le aziende non sanno come e se ripartire, nel momento in cui gli stabilimenti turistici e balneari non hanno nulla di certo, loro si assicurano la pensione da eventi "funesti". Una bella dimostrazione di compattezza politica, sinistra e destra, quando si tratta di vitalizi, non c'è sponda che tenga, si è tutti d'accordo e questo mi sembra il preludio di 5 lunghissimi anni che i calabresi si meritano, tanto per chi li ha votati e tanto per chi non ha avuto la compiacenza di recarsi alle urne. Ma del resto capisco questi ultimi, poiché la credibilità delle istituzioni, la credibilità della politica negli ultimi decenni è andata scemando, si è data precedenza alla politica delle chiacchiere, dell'apparire, piuttosto che la politica del fare (quella vera). Lo sport nazionale politico è diventato dire una cosa e farne un'altra, o dire una cosa anche sapendo di essere in palese conflitto con ciò che si è detto. "Io non voglio poltrone" qualcuno ha scritto in una nota stampa affidata al cartaceo, bella frase, peccato che a pronunciarle è stato proprio uno che di poltrone ne ha accatastate nel tempo ed oggi, mentre pronuncia quelle belle parole, né detiene tre e scalpita per ottenerne una quarta, vedete la credibilità delle parole derivano dalla persona che le pronuncia, per questo signori miei, quando qualcuno di questi signori vi dice o vi sbatte in faccia quello che sembra essere la realtà, in verità ve né sta dando una, quella che al 99% farà più comodo. Come nei giorni scorsi, spostare l'attenzione su un'insulsa commissione da 500 mila euro all'anno mentre tutti insieme come pappa e ciccia decidevano sui propri vitalizi. C'è solo un modo per non farsi prendere in giro, così, avanti avanti come diciamo a Paola, lo so è il più faticoso, è il più impegnativo, ovvero informarsi, documentarsi, approfondire, ormai oggi grazie ad internet le balle della politica possono essere smentite da soli, facendo una semplice ricerca. Usare il proprio cervello, senza che nessuno lo riempia per voi vi renderà liberi e consapevoli, sarete delle bilance e sarete in grado di pesare le parole e le persone che le pronunciano, sarete LIBERI. Non vi fidate solo delle parole, preferite i fatti, perché le prime se le porta via il vento, i secondi invece rimangono per sempre. Continuando a monitorare la situazione vi terrò aggiornati. Per P.C.I. Gianluca Sarpa
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p.C.I.è nato tutto dal desiderio di informazione libera che, nel nostro comune manca da anni, la strumentalizzazione politica dell'informazione ha portato a conseguenze inimmaginabili, ora vogliamo mettere tutti i giorni, atto dopo atto, sotto la lente d'ingrandimento l'operato dell'esecutivo, perché reputiamo che un cittadino informato sia un cittadino consapevole e chi è consapevole non può commettere errori, se non quelli in buona fede. Archivi
Aprile 2024
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